Wela,
Avete passato qualche bel giorno di vacanza/ferie/abbuffata selvaggia?
Io assai.
Tutto è cominciato venerdì appena arrivato l’orario di chiusura: siamo partiti in un lampo a vedere il derby in un baretto di italiani appena fuori la città… la stragrande maggioranza degli astanti era ovviamente milanista, anche se non manca mai qualche interista desideroso di farsi del male da solo. O in gruppo.
Comunque sia un bel derby a parte le papere dei portieri (madonna al Dida ci piace proprio fare l’acrobata spericolato…), le botte del macellaio e qualche botta di culo per noi (vedi Figo che a porta praticamente vuota la butta da tutt’altra parte).
Vabbö dopo la felice parentesi sportiva siamo andati a mangiare dai… comunisti. Trattasi di un circolo culturale italiano in Lux, che tra un comizio e l’altro ha il pregio di avere un piccolo ristorante parecchio buono: tanto per dire fanno la pasta loro ergo mi sono magnato dei ravioli alla ricotta e spinaci… mmmh veramente buoni! È seguita una cassata e anche quella ci stava dentro. Comunque il posto non credo sia tanto comunista quanto il proprietario o gerente. In effetti, la gente viene lì soprattutto per mangiare, perché la cucina è ottima e i prezzi pure. Ma vi dicevo del proprietario: la leggenda narra che sia capace di farti un cazziatone e tutta una ramanzina comunista se entri vestito un po’ troppo… come dire… “firmato”. Se hai ai piedi delle Nike delle Puma o altre marche simili e le vede pare sia capace di farti tutto un discorso! Well fortunatamente non c’era.
La serata si è poi conclusa in un posto che non credevo potesse esistere a Lux. In effetti, è un poco fuori. Trattasi di un bar discoteca che a tratti ricorda quelli dell’Italia. La musica finalmente ci sta dentro ed è a passo coi tempi. Ha una parte esterna per quando e se fa caldo. Le gnuñe, well quelle difettano ancora troppo, vi è un eccesso di tipi e di cesse. Le piü carine sembrano poi tutte accompagnate dalla mamma. Dai merita una seconda opportunità, magari quando farà piü caldo.
Poi il week-end l’ho passato a Liegi col parentame variegato, tra fiumi di birra e vino… garantito stasera vo a correre appena tornato all’appart, si si. È una promessa. Uhm tral’altro ho avuto il piacere di assaggiare un piatto delle Ardenne: le Civet de Marcassin. Trattasi di un brasato di cinghiale, del piccolo del cinghiale, che non so come si chiama in italiano – chiedo venia – e la parte utilizzata è la schiena dell’animale. È veramente buono e parecchio tenero, soprattutto pensando che ti aspetteresti una carne piü secca vista la lunga cottura, tuttavia è proprio il contrario.
Vabbö oggi forse nuove in vista in ufficio e tra due giorni il trasloco verso uno nuovo.
Ergo alla prox,
ilgibe